“Non l’altezza,la china è terribile! La china dove lo sguardo precipita in basso e la mano si aggrappa in alto. Allora il cuore prova le vertigini davanti alla sua doppia volontà. Questa è la mia china e il mio pericolo, che il mio sguardo precipiti e che la mia mano si tenga e voglia appoggiarsi all’abisso”
F. Nietzche – Così parlò Zaratustra-
Icaro (dittico) – olio e foglia d’oro su tela 300x 207 cm
Nerofumo – olio e nerofumo su carta cm 70×100
Nerofumo e bianco (dittico) – olio di lino e nerofumo su carta cm 70×100 (x2)
Nerofumo e oro (dittico) – olio di lino e nerofumo su carta cm 70×100 (x2)
S-composto – tecnica mista con cera su carta 50×50 (x9) cm e 57x 170 cm
Dall’ordine al caos e ritorno : S-composto (dettaglio)
Dall’ordine al caos e ritorno : S-composto (dettaglio)
S-composto – tecnica mista su carta dittico cm 50×70 (x2)
S-composto nero – tecnica mista con cera su carta 50×70
S-composto azzurro – tecnica mista con cera su carta 50×70
Caduti – tecnica mista 57x 170 cm
“…caduti allora come in un labirinto, mentre credevamo di essere ormai alla fine risultò che eravamo ritornati come all’inizio della ricerca, e avevamo bisogno della stessa cosa che ci occorreva quando avevamo incominciato a cercare.”
Platone Dialoghi socratici “Eutidemo”
Labirinto 01 – cera, pigmenti e foglia d’oro su carta 50×70
Labirinto 02 – cera, pigmenti e foglia d’oro su carta 50×70
Labirinto 03 – tecnica mista su carta 50×70
Labirinto 04 – tecnica mista su carta 50×70
ICARO – IL LABIRINTO – IL FILO D’ORO
Il filo che conduce a se stessi –in caduta libera – Il primo movimento di trasformazione (verso la verità in senso agostiniano), non è di ascesa nello spazio aperto e luminoso del cielo, ma di discesa nei meandri oscuri del proprio essere, l’abisso. Un cammino labirintico in cui non si può che perdere ogni punto di riferimento, ogni dato certo, ogni schema.
La rottura di un ordine ideale precostituito genera caos.
Solo attraverso l’altro, l’alterità, il diverso da noi, (come Arianna per Teseo) si può tentare di ricomporre i frammenti dispersi nella caduta e ridefinire un ordine nella tensione dinamica degli opposti:
bianco/nero – luce/ombra – maschile/femminile – io/l’altro – umano/divino
Un ordine dialogico tra polarità opposte complementari e non antagoniste, sempre fluido e mai definitivo.
Il mito: Mito come ricerca delle origini, fondato sulla circolarità della storia come ciclico ripresentarsi delle medesime questioni. Eterne domande che riguardano l’uomo e attraverso le quali possiamo tentare di leggere noi stessi e il presente che ci circonda; e che oggi appaiono ancor più urgenti e attuali, in quanto sembra mancare, in questa società di superficie tutta basata sul consumo dell’informazione in tempo reale, la necessità stessa di porsele.
Perché un linguaggio simbolico: Il segno rimanda a se stesso, è chiuso nel suo contenuto unilaterale e definitivo, nel simbolo il contenuto è, in qualche modo, un “presente in essere”, allude ad un cosmo in cui le cose sono specchio , ombra , di un universo celeste.